Il Santuario della Montagna Spaccata sorge sul pendio del promontorio di Monte Orlando all’interno del Parco Regionale Urbano di Gaeta.
Grazie ad una scalinata di trentacinque scalini è possibile immergersi in un clima surreale, all’interno di quella che è la spaccatura principale della montagna.
Il nome Montagna Spaccata, appunto, deriva dalla quasi perfetta corrispondenza delle parteti di roccia che si possono apprezzare durante la discesa: le rientranze e le sporgenze paiono combaciare in un ipotetico riavvicinamento delle stesse.
La leggenda narra che il Monte si sarebbe scisso al momento della morte di Cristo sulla croce, come testimoniato anche dalla citazione del Vangelo di Matteo (27,51) incisa su una placca marmorea, posta all’ingresso della Spaccatura principale.
Altra fonte di interesse è la “Mano del Turco”.
Anche qui una leggenda è al centro della nascita di questa attrazione: si tratterebbe di un’impronta di un marinaio saraceno che, non credendo all’origine miracolosa della fenditura, poggiò la mano sulla parete rocciosa.
Al contatto con il saraceno la roccia si liquefece, lasciando quella che tutt’ora è riconoscibile come l’impronta di una mano con le dita affondate nella parete.
In fondo alla Spaccatura principale, troviamo la Cappella del Crocifisso.
Intorno il XV secolo, un macigno si staccò dal monte e andò ad incastrarsi nella fenditura.
Su questa roccia sospesa a 30 metri dal mare, venne poi costruita la cappella, al cui interno è possibile trovare un bellissimo ed antico crocifisso ligneo.
Nel 930, i monaci Benedettini fondarono il Santuario della Santissima Trinità, sui ruderi della villa romana di Munazio Planco.
In questo Santuario hanno pregato numerosi pontefici, sovrani vescovi e santi tra cui Papa Pio IX, Bernardino da Siena, Ignazio di Loyola, Leonardo da Porto Maurizio, San Paolo della Croce, Gaspare del Bufalo e San Filippo Neri.
Proprio su San Filippo Neri troviamo un’altra leggenda: pare infatti che abbia vissuto all’interno della Montagna Spaccata tant’è che di fronte la Cappella del Crocifisso è possibile notare un giaciglio in pietra oggi conosciuto appunto come il “letto di San Filippo Neri”.
Altro luogo di visita e dal suggestivo contesto, è la Grotta del Turco.
Il nome deriva dalle vicende storiche successe tra l’864 e il 915, quando i predoni Saraceni utilizzavano la grotta come nascondiglio per le loro razzie, sconfitti poi nella Battaglia del Garigliano nel 915 che liberò il territorio dai pirati.
La storia, la cultura e la vista al tramonto (da qui è possibile affacciarsi sulla spiaggia di Serapo in uno dei panorami iconici di Gaeta), fanno della Montagna Spaccata un luogo da non lasciarsi sfuggire nel libro dei ricordi delle vostre vacanze sud pontine.